IL REFERENDUM E IL RUOLO DELLA CLASSE MEDIA di Lamberto Lombardi - Segretario Provinciale PCI Brescia Quel che colpisce del dibattito accesosi attorno al quesito referendario di settembre non è tanto la pochezza delle argomentazioni a sostegno del SI’. Difficile, se non impossibile, sostenere che ciò che funziona male con 900 eletti debba per forza funzionare meglio con seicento, cioè che sia il numero responsabile del malfunzionamento, soprattutto se il giudizio di malfunzionamento è totalmente soggettivo e per di più riferito ad organismi politici complessi soggetti, per loro natura, a ben altri criteri di valutazione. O sostenere che il risparmio legato a questa diminuzione sia significativo in termini economici generali, o che ci debba in qualche modo interessare il numero degli eletti nelle altre democrazie, democrazie di cui peraltro, come sopra, è difficile se non impossibile tracciare un bilancio utile per questo confronto. E difficile, se non impossibile, è sostenere che è sulla base di queste argomentazioni che si rende necessario un referendum dalle diverse, incerte e delicatissime implicazioni. Continua nel link http://comunistibrescia.org/index.php/11-atti-e-dichiarazioni/370-il-referendum-e-il-ruolo-della-classe-med

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